Osservando la spettacolarità dei tessuti di Haat, viene naturale chiedersi quale abile mano si celi dietro un marchio pressoché sconosciuto. Ma quando si scopre che l'opera appartiene allo storico direttore tessile della Maison Issey Miyake, Mikiko Minigawa. tutto appare più chiaro. Pur trattandosi di un prodotto indipendente rispetto alle diverse linee firmate Issey Miyake, Haat viene prodotto tra i sofisticati ed iper-tecnologici laboratori dell’azienda e le più tradizionali botteghe artigiane giapponesi ed indiane, ultime custodi di rare ed antiche quanto complesse procedure tessili. Un’inedita summa di saperi, remotissimi ed ultra-moderni, che dà vita a capi forniti del calore tipico di un abbigliamento fatto a mano, insieme al design e alla durevolezza garantita solo dalle migliori produzioni industriali.
Ad uno sguardo superficiale, l'abito selezionato può apparire semplicemente ben costruito, in lino quadrettato di diversi colori, ma la sua fattura ha in realtà molto più da raccontare. Le vivide note cromatiche sono realizzate attraverso un lento processo di creazione del colore che, da una fase del tutto naturale, l'estrazione della tinta da due diverse varietà di pregiato the giapponese (Miyazaki Kamairicha e Hojicha), passa ad una altamente tecnologica di fissaggio delle diverse tinte, fibra per fibra.
La forma stessa evidenzia punti di connessione tra culture tradizionali e ritmi più moderni. La struttura, con un pannello asimmetrico più lungo, potrebbe infatti evocare quella del sari indiano, ma lo scollo a barchetta e l'escamotage di posizionare dei bottoni in diagonale, disegnano forme decisamente più contemporanee. Con soluzioni familiari alla Maison Miyake, l'abito cambia aspetto in base a come si posiziona il pannello: più alto, più diagonale, fissato davanti o sul retro, non solo in funzione delle proprie preferenze estetiche, ma anche delle diverse necessità pratiche o caratteristiche fisiche. I diversi movimenti intersecano le innumerevoli righe perpendicolari che compongono i quadretti multicolori, collaborando infine ad accentuare effetti ottici a straordinari chiaro-scuri.