Grande precursore della cosiddetta scuola giapponese, Yohji Yamamoto può considerarsi il più astratto e rigoroso dei designer che la compongono.
I suoi abiti risultano da una complessa rielaborazione di tecniche e tessuti derivanti dall'antichissima e nobile tradizione sartoriale del Giappone. Insieme a cuciture, sovrapposizioni, tagli, asimmetrie e una certa predilezione per il colore nero, il designer di Tokyo opera una sintesi, estremamente personale, tra antichità e contemporaneità, ben riconoscibile nella struttura sofisticata degli abiti Yohji Yamamoto.
Oltre a numerose esposizioni nei più prestigiosi musei d'arte contemporanea, dal più recente di Holon, in Israele, al Victoria and Albert Museum e alla Barbican Gallery di Londra, solo per citarne alcuni, il lavoro e la filosofia di Yohji Yamamoto sono stati protagonisti, nel 1989, del famoso documentario di Wim Wenders: Appunti di moda e di viaggio. Un interessante viaggio tra due metropoli, Tokyo e Parigi, e su come, entrambe, in differenti forme, stimolino le riflessioni creative dello stilista.
Oltre alla prima linea che porta il suo nome, Yohji Yamamoto disegna la Y's, una collezione fedele al suo stile inconfondibile, anche se meno meno austera e più idonea ad un pubblico giovane. Insieme al noto brand di articoli sportivi, Adidas, produce la Y-3, e con la Mandarina Duck ha instaurato una nuova interessante collaborazione.
Yohji Yamamoto ha collaborato con artisti del calibro di Pina Baush, Takeshi Kitano, Elton John, i Placebo.
La moda di Yohji è stata definita l'anti-moda per eccellenza, resistendo all'obsolescenza stagionale e mantenendosi credibile e portabile col passare del tempo. Un prodotto colto e riservato ad una clientela preparata ad estetiche non ordinarie.